martedì 12 maggio 2009

Potosí - La Paz

Di Potosí ricordo solo il mal di testa agghiacciante ed eterno che non mi ha dato tregua nemmeno per un minuto durante quei tre giorni e che mi ha portata quasi sull'orlo della follia.
Il mal di testa e la febbre: arrivavo da Humahuaca (Jujuy) giá raffreddata, e di certo l'altitudine non ha aiutato - Potosí è la cittá piú alta del mondo, coi suoi 4070 metri sul livello del mare.
Me ne sono andata e torneró domani, giusto una toccata e fuga nella mia discesa verso Buenos Aires. Tanto per darmi una seconda possibilitá di apprezzare la Cittá d'Argento.

...

Arrivammo a La Paz alle sei del mattino e c'era giá traffico.
Avevo viaggiato durante la notte con il Tucumano, che avevo conosciuto a Potosí e che presto sarebbe scomparso -forse spaventato dalla mia logorrea. A mia giustificazione posso solo affermare che, se giá di norma non sono esattamente una persona silenziosa, gli stimoli visivi sonori e sensoriali di La Paz mi hanno resa quasi isterica -in un modo piacevole e sorprendente, devo dire tra l'altro.

Non ho mai visto -MAI- qualcosa di simile a La Paz.
La cittá intera è un mercato a cielo aperto e lungo le stradine lastricate di pietre che si arrampicano sulle montagne tutto intorno si susseguono le bancarelle dietro le quali le imperiose Cholas vendono frutta, noccioline, acqua, bibite, cioccolatini, verdura, scarpe, collanine, braccialetti, cappelli, sciarpe, gonnellone, borse, portachiavi, portamoneta, portafogli, riso, maní, grano, farina, radioline, adattatori di elettricitá, cellulari, accessori per cellulari, macchine fotografiche, bambole, polli spellati, maiali interi o squartati, teste di maiale, parti di vitello caricate su carriole da giardinaggio o carretti di legno, il tutto splendidamente all'aria aperta -alla faccia dei gringos schizzinosi- e sotto quel cielo intenso e immenso di Bolivia, e tutto attorno regna il caos, il traffico è ininterrotto dalle prime luci dell'alba fino a notte fonda, non esiste un senso civico, nè logica stradale, nè tantomeno un'idea di ordine, tutti i micro, i bus, le macchine, le moto, i motorini, le biciclette, i carretti, i pedoni semplicemente si buttano e si infilano l'uno al lato dell'altro, fino a congestionare cosí tanto la circolazione che in alcuni incroci tutti i mezzi sono costretti a stare fermi per minuti e minuti, fino a che qualcuno, miracolosamente, non si sa come, si libera dall'intoppo e sblocca il transito, transito che è dominato senza rivali dai trufi -pulmini di trasporto pubblico, straordinariamente efficienti che popolano le strade a milioni in tutte le direzioni e in tutti i sensi, e da dentro il cui guscio una voce grida perennemente ai passanti le fermate: terminal terminal el alto ceja mallassa mallasilla seis de agosto el prado terminaaaaal! terminalterminalelaltocejamallassamallasillaseisdeagostoelpradoterminaaaaal!!! ELALTOCEJAMALLASSAMALLASILLASEISDEAGOSTOELPRADOTERMINALTERMINALTERMINAAAALLL!!! e tu povero straniero ignorante non sai bene come fermarli, come salirvi e soprattutto come scendervi quando ti lasciano nel bel mezzo della strada satura di mezzi strombazzanti e persone urlanti e bambini frignanti e occhi furtivi e passi veloci e fretta, e rumore, e voci, e musica, e puzza di marcio, e profumo di cibo, e finalmente è arrivata sera e tu povero straniero allucinato non hai ancora preso fiato e ti rifugi in uno dei mille alojamientos super economici della cittá sperando almeno di recuperare una respirazione normale dopo aver passato il giorno camminando per le ripide discese e salite della cittá e cercando di riposare, tu almeno, perchè La Paz non riposa mai, non si spegne mai, non si stanca mai, non si ferma mai.

2 commenti:

dora ha detto...

wwhuuuuaaaaaa ahhhh ahahahahah ...
MA il mal di testa è passato?
e la coca non te l'hanno passata? :))))))

Anonimo ha detto...

Tragico...il mal di testa ti fa letteralmente delirare poi immagino a quelle altitudini... Ma tu sei una dura... E le foto? Mi immagino questo posto come quelle "megalopoli" in continuo movimento...come nelle pubblicità... Ti abbraccio, Manu.

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