martedì 18 dicembre 2012

Da "I Diari di Barcellona" (estate 2010): Il raffreddore

Qualche giorno fa, mentre andavo in bici, mi ha colta di sorpresa un temporale estivo. Un qualche folletto dei cieli deve essersi divertito a strizzare giù tutte le nuvole mentre io passavo sotto, un po' ridendo, un po' preoccupata, perché pioveva così forte che facevo fatica persino a tenere gli occhi aperti.

Così adesso sono raffreddata.

E quando sono raffreddata come adesso, è come se una pellicola trasparente mi separasse dal resto del mondo. Una pellicola di quelle che si usano per coprire l'anguria quando la apri e poi te ne resta metà, e la devi rimettere in frigo, e la copri perché lo strato superficiale non si secchi. A volte poi si secca lo stesso e allora, quando la tiri fuori dal frigo, con il coltello grande affilato ne tagli via un millimetro e mezzo, due al massimo. Mia madre lo faceva sempre, con una precisione da chirurgo: un taglio netto, con un unico movimento di mano. Commovente.
A me non succede quasi mai, perché da quando vivo da sola compro sempre metà anguria, così già che ci sono me la faccio aprire al momento e posso anche vedere se è buona. Ne compro solo metà perché dico, io da sola non la mangerò mica tutta, poi invece nel giro di due giorni la finisco.

Dunque, adesso c'è questa pellicola trasparente per alimenti tra me e il mondo.

Sono i momenti che preferisco. La lucidità mentale è ai minimi livelli. Metto su Joan Miquel Oliver e sono sicura di capire tutto, ma proprio tutto nel profondo, tutta la sua meravigliosa foresta di simboli. Non lo capisco a livello cosciente, è più che altro una percezione, una sensazione di freschetto sulla pelle, il brivido di una piuma bianca che scivola sul rosa delicato dell'interno del braccio.

E in questo fluttuare di sensi come potrei aver voglia di recriminare?
Abbandono le intenzioni recriminatorie e mi abbandono a mia volta, e ritorno al mio stato primordiale.
Penso in italiano.
Galleggio, sospesa nell'atmosfera parallela del raffreddore.

Non ci inganniamo: la vita è una corsa ad ostacoli senza interruzioni, e io non mi sento ancora allenata a dovere. Che fatica. Ci sono milioni, milioni di cose che non vanno, che mi fanno arrabbiare, che vorrei ma non posso cambiare.

Per fortuna che, di tanto in tanto, interviene il raffreddore e mi rimette in pace col mondo.



Soundtrack: Joan Miquel Oliver, Ryanair



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Eccola qui che finalmente mi scrive in italiano e io capisco...che ign che sono...a proposito chi sono? Sono la Manuuuuuuuuuuuu...cavolo Paola vorrei che il raffreddore mi facesse lo stesso effetto che fa a te e invece quando mi arriva non vedo l'ora che se ne vada...unico problema è che ultimamente mi perseguita...per forza l'asilo è il covo del microbo e la mia marmocchia ogni giorno ne porta uno nuovo e io puntualmente ci casco dentro (peccato non ci siano gli smiles da inserire in questi commenti personali perchè avrei fatto su un quadretto che ti saresti piegata in due dal ridere...modestamente). Quanto torni al tuo stato primordiale torni la Paola della Via Videtti...quella bellissima bambina con i capelli dorati che mangiava meringhe o quella torta spettacolare che fa tua mamma con la fecola, morbidissima con quelle micro palline colorate e zuccherate come decorazione...slurp mi sta venendo voglia di mangiarne un pò...peccato che sono in ufficio e mi sono appena mangiata una schifosissima brioche dell'Autoguill (come dice Viola) con annesso cappuccino altrettanto disgustoso...stamattina dalla fretta non ho fatto colazione a casa... Che dirti...tra poco è Natale e arrivi...e...NON VEDO L'ORA DI STRINGERTI FORTE FORTE... In questo preciso istante ho le lacrime agli occhi...mi sono emozionata ricordando l'infanzia...l'adolescenza...i degeneri...i ciupiti...ti aspettiamo piccola donna...baciottiniiiiiiiiiiiiii

Paola B. ha detto...

Manuelita, ma nei ricordi che hai di me da bambina sto sempre mangiando? Poi quando dico ai miei amici di qui che ero "rotondetta" non ci credono... ahah!
Bello leggerti, ci abbracciamo presto,
P.

Anonimo ha detto...

Oh cavolo...forse perchè stavamo sempre insieme di pomeriggio e si faceva la merenda...e che merenda...pane e nutella a volontà!!! Hi hi hi!!! DICIAMO CHE MANGIAVAMO TUTTI...
Manu

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