giovedì 25 febbraio 2010

È arrivata.

L’ho sentita l’altra notte.
Scendevo in bici lungo Paseo de San Juan, per tornare a casa dopo lezione, ed eccola: ho sentito il suo profumo fresco penetrarmi nelle narici e scendere giú fino alla gola. Come un pizzicore.

La Primavera.

L’inverno di Barcellona, quest’anno, è stato lungo e crudele. Giá agonizzante, una decina di giorni fa ha scagliato la sua ultima rappresaglia, investendo la cittá con un vento glaciale che mi ha portata al limite della follia. L´ha fatto per andarsene in pace, soddisfatto, sapendo che sarebbe stato ricordato per diverso tempo.

Ma nessuno scappa al ciclo della vita.
E anche Lui, cosí potente, si è dovuto rassegnare, e non ha potuto fare altro che assistere alla propria morte.

E io ero quella che saltava sulla sua lapide il giorno del funerale.

La Primavera non è ancora esplosa. È lí dietro l’angolo che si arrotola una ciocca di capelli attorno al dito, e si lascia guardare dai miei occhi golosi come una Lolita impertinente. Si sistema la gonnellina corta e ridacchia maliziosa, ubriacandomi di voglia.

Stamattina, all’arrivare al lavoro con la bici ho dovuto togliermi la sciarpa prima ancora di cercare parcheggio, perchè mi era venuto caldo pedalando lungo la Diagonal, da Monumental al Forum: quindici minuti a voler esagerare.
Il gesto distratto di sfilarmi la sciarpa mi è tornato in mente pochi minuti dopo, mentre salivo in ascensore fino al 13º piano, e quasi mi ha commossa.
Era da mesi che non mi succedeva.

Benvenuta, Primavera, con le tue mattine terse e il venticello fresco tra i miei capelli, con le barchette bianche lontane lontane sulla superficie blu del Mediterraneo, con i tuoi pomeriggi di chiringuitos e i tuoi vermut del sabato a mezzogiorno in Gracia. Benvenuta Primavera con i tuoi festival all’aperto, con le tue fiere di artigianato e il tuo mercato del Raval, con i tuoi pic nic di domenica nel parco della Ciutadella.

La Primavera è la stagione che tira fuori il tuo meglio, Barcellona.

E io la sento e ti vedo e vi mangio e vi divoro e sono felice.

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