sabato 8 novembre 2008

Istantanee da Valparaíso

Per la prima volta oggi, oltre agli immancabili cani, noto una cittá popolata anche da gatti randagi.
Camminando lungo una stradina arrampicata sulla collina, tra case rivestite di lamiera colorata, ne incontriamo uno che deve essere senza dubbio il bullo del quartiere.

Sdraiato su un muretto che gli permette di controllare a vista tutti i movimenti intorno, in una posa di totale imponenza. Fiero, lo sguardo tagliente e l'espressione di sfida. Riporta su tutto il corpo, ma in particolare sul muso numerose ferite di battaglia.

Battaglie che, evidentemente, deve aver vinto lui.

Luz si avvicina per scattargli qualche foto, non osa toccarlo. Lui non smette nemmeno per un istante di fissarla con quegli occhi gelidi.
Le sta dicendo "Sí, dolcezza, sono il fottuto Re, ok? E adesso via in fretta, che mi stai rovinando la siesta, bella."

Ci allontaniamo piene di ammirazione (e anche un po' intimidite).

Siamo nel Mercato del Porto, cercando un posticino per mangiare qualcosa. Mi chiama mio padre.
Padre: "Ciao Nena, ascolta, dov'è il tuo dizionario di Spagnolo?"
Io: "Ce l'ho a Barcellona, Pà"
Padre: "Ah, no, perchè ero qua con la zia (nda, mia zia è attualmente in visita a casa dei miei, ma a differenza di mio parde non è mai tornata da Buenos Aires) e non riusciamo a metterci d'accordo su come si scrive chiquito. Mi fai lo spelling? Ah, a proposito, come stai, tutto bene?"

Cosí mi ritrovo nel bel mezzo del caos del mercato, in una chiamata intercontinentale via cellulare a fare lo spelling di chiquito a mio padre, mentre Luz cerca di arginare l'attacco dei proprietari dei baretti di pesce.

Le (numerose) volte in cui mi chiederó com'è che sono uscita cosí "speciale", devo ricordarmi di questo episodio, e capiró.

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